Taiji quan

      Esistono varie traduzioni del termine “Taiji quan”, ma la piu’ usata e’

                                  “box della suprema polarita’”

 

Fondato sulla filosofia taoista, il Taiji quan, ha un’origine leggendaria,

che risale al 1200 d.c.

L’ideatore presunto di questa disciplina,  l’eremita taoista  ZHANG SAN FENG 

che viveva sul monte Wudan nella provincia di Hubei, maestro di Kung fu,

un giorno, osservando un combattimento fra una gru ed un serpente,

si accorse che il rettile aveva la meglio grazie alla sua scioltezza

ed alla sua capacita’ di concentrazione.

Prendendo spunto da quell’osservazione, sviluppo’ una nuova tecnica di

combattimento “FLESSIBILE ED APPARENTEMENTE DOLCE”.

 

Questa tecnica, poi ulteriormente studiata e perfezionata , divento’ il

                                                TAIJI QUAN

 

Al di la’ dei fini combattivi il Taiji quan, fondato sul principio taoista 

dell’armonia, divenne un metodo salutare estremamente interessante, dal punto

di vista sia preventivo, che terapeutico, per il mantenimento dell’equilibrio

psicofisico.

 

 

 

 

                     ZHANG SAN FENG

 

 

 

Nella realta’ storica, chi fu il vero fondatore del Taiji quan, e’ ancora

tutt’oggi oggetto di discussione, ma taluni studiosi lo identificano in

CHEN WANG TING, capostipite della famiglia CHEN, un militare che visse

alla fine del periodo della dinastia Ming e che presto’ servizio presso la corte

imperiale dove si distinse per il suo valore.

Dopo la caduta della dinastia Ming (1644 d.c) Chen Wang Ting, si ritiro’

nella provincia dell’Henan ed elaboro’ lo stile del TAI QUAN che ancora

oggi porta il suo nome e che rimane lo stile maggiormente caratterizzato

dall’aspetto marziale, fra i vari stili oggi praticati.

 

 

                                              CHEN WUANG TING

 

 

Fondatore della scuola della famiglia Yang, fu Yang Lu Chan, che nacque

all’inizio del diciannovesimo secolo.

Egli apprese il Taiji quan spiando gli allenamenti degli appartenenti

alla famiglia Chen di cui era servitore.

Scoperto, venne comunque accolto nella scuola della famiglia e divenne

in seguito esperto e famoso Maestro.

Trasferitosi a pechino, modifico’ la “forma Chen” togliendo i salti ,

i pugni e l’emissione del Fa-jing , rendendola piu’ morbida e adatta alle 

persone di qualsiasi eta’.

Infatti, per i suoi movimenti lenti ed armoniosi e’, ai giorni nostri, lo stile

piu’ praticato al mondo.

 

 

                  

 

Studiare le  “forme”  del taiji quan , significa imparare i principi base del taiji,

significa imparare ad essere lenti e veloci, morbidi e duri. 

Si impara a sviluppare la percezione del pieno e del vuoto, ad essere leggeri

come piume e pesanti come montagne.

Il  corpo deve  lavorare:

per  “forze contrapposte”. Quando una parte del corpo va in avanti,

l’altra va indietro, quando una mano spinge in avanti, l’altra spinge indietro,

quando una forza va verso l’avversario, l’altra va giu’ verso terra.

 

Si inizia, comunque, dalla corretta postura:

piedi separati quanto l’ampiezza delle spalle, testa eretta come se fosse

appesa ad un filo, mento retratto, bocca chiusa, lingua appoggiata al

palato.Spalle rilassate rivolte leggermente in avanti, cosi’ da permettere

la libera circolazione del Qi nel petto che risultera’ essere leggermente

incavato. Anche rilassate, automaticamente le ginocchia si fletteranno

ed il coccige rientrera’, permettendo alla schiena di essere distesa ed in

linea con la testa.

Alla corretta postura, si aggiunge la respirazione taoista o inversa

(contrazione all’inspiro-espansione all’espiro), per la produzione

dell’energia che man mano si accumulera’ nel Dantian, che diventera’

il centro di conservazione e trasformazione dell’energia sottile.

Dal centro (dantian) la forza, attraverso la coordinazione muscolare,

arrivera’ a mani e piedi, sia per combattere che a scopo terapeutico e

come strumento di prevenzione per una VITA MIGLIORE.

 

Il Taiji quan stile Yang si pratica con movimenti lenti ed armoniosi,

sempre alla stessa altezza ed alla stesso andatura con movimenti simili alla

danza.  Il taiji stile chen,invece, ricerca la forza a spirale   ZHANSI JIN

o arrotolare e srotolare il bozzolo di seta

 

 

 

     

 

Questa forza , che si sviluppa con movimenti a spirale del corpo, e

particolarmente delle anche, con movimenti di rotazione e rivoluzione delle

mani, non si sviluppa in una sola direzione ma e’ analoga a quella che sviluppa

un serpente per muoversi.

Quando si usa la forza a spirale, l’azione e’ sempre in tre direzioni

contemporaneamente (di lato/in alto/avanti e di lato/in basso e avanti)

In questo caso la forza (energia) viene emessa come una frusta, si avvolge

intorno al corpo e si scarica su tutte le linee di contatto.

Padroneggiare questo tipo di forza, significa esprimere potenza con tutto 

il corpo o ZENG JING.

Per ottenere questa forza,oltre che a praticare “le forme” bisogna lavorare 

sull’energia, cercando di guidare il Qi con la mente e l’intenzione lungo il

  circuito celeste, attivando  la piccola circolazione celeste,

 facendo scorrere il Qi nei canali straordinari (curiosi):

                                            DU MAI    e  REN MAI

 

Il canale DU MAI   =  vaso governatore o canale di controllo

                               inizia dal perineo e seguendo la colonna, entra nel cervello

                               a livello della nuca, emerge alla sommita’ della

                               testa e ridiscende lungo la fronte ed il naso, 

                               per finire al palato superiore.

                               Regola il flusso dei meridiani Yang.

 

Il canale REN MAI = vaso concezione o canale di funzione

                              inizia  nella cavita’ pelvica, attraversa le parti

                              genitali e scorre nella parte anteriore del tronco 

                              fino alla laringe, gola e bocca dove si divide in due rami 

                              che arrivano agli occhi.

                              Regola il flusso dei meridiani Yin

 

 

Terminata la piccola circolazione celeste, si cerchera’ di attivare la grande

circolazione celeste, fatta guidando i qi attraverso gli otto canali curiosi.

La grande circolazione celeste e’ di particolare importanza per i

praticanti di taiji, in quanto con la grande circolazione, il qi viene fatto

fluire col pensiero anche lungo gli arti, arrivando cosi’ all’emissione

della forza FA-JING.

 

Emettere e far esplodere la forza interna (fa-jing) richiede l’uso combinato

della forza e della fusione corpo e mente.

Per avere Jing, il corpo deve essere sciolto e vivo prima di colpire, deve essere

come una molla in perfetto equilibrio tra tensione e distensione, deve 

scattare come un serpente e concentrare l’intera forza  in un solo punto.

 

Questi esercizi sul Qi, abbinati alla pratica delle “forme”, non solo connettono

in un’unica catena muscolare collo-schiena-bacino e gambe, ma permettono

di energizzare tutto il corpo.

Anche molto importante l’allenamento del Qi gong, che permette di

sviluppare l’energia interna, infatti se non si comprende lo scorrere del Qi, 

non si potra’ dire di praticare il Taiji quan.

 

I vecchi maestri dicono:  “IL QI MUOVE IL CORPO, MA SE IL QI NON SI MUOVE,

IL CORPO NON SI MUOVE” 
 

 
 

I DIECI FATTORI ESSENZIALI DEL TAIJI QUAN:

           

 

Benche’ la forma (xing) sia la meno importante dei tre elementi fondamentali del

Taijiquan, rammentiamo che gli altri sono l'energia, Qi, e lo spirito, Shen, essa e'

il primo elemento da affrontare per il principiante.
 

Potete avventurarvi fruttuosamente negli elementi dell’energia

e dello spirito solo quando sapete eseguire in modo appropriato la forma del Taiji quan.

Ecco perche’ “I dieci fattori essenziali del Taiji quan” di Yang Deng Fu, figlio di Yang

Lu Chan, che tributano grande attenzione all'addestramento della forma,

sono probabilmente i piu’ utili per gli studenti allo stadio iniziale,

indipendentemente da quando hanno cominciato a praticare il Taiji quan.

Yan Deng Fu fu il maestro che trasformo’ il vigoroso Taiji quan dello stile Chen nel delicato 

ed aggraziato stile Yang ampiamente praticato al giorno d’oggi. Esaminiamo i dieci fattori

essenziali del Taiji quan cosi’ come egli li descrisse:

 

1.   LO SHEN SALE ALLA SOMMITA’: Per far salire alla sommita’ del capo lo Shen o Spirito

devi tenere la testa dritta. Non impiegare la forza; anche se cosi’ facendo il capo e’

verticale, il sangue ed il Qi non circolano liberamente. Se pur vi e’ la volonta’ di far salire

alla sommita’ lo shen, forzando esso non sale e manchera’ di lucidita’ mentale.

 

2.  ABBASSA IL PETTO, SOLLEVA LA SCHIENA:  Abbassare il petto significa tirarlo in dentro

per facilitare la discesa del Qi nel dantian (il campo dell’energia addominale che si trova 

a sette centimetri sotto l’ombelico). Non espandere il petto, altrimenti il Qi vi  accorrera’

e ne ricaverai la parte superiore pesante, la parte inferiore leggera, ed i talloni

“galleggeranno”. Sollevare la schiena significa farvi aderire il qi: se abbassi il petto,

solleverai automaticamente la schiena. Se riesci a sollevare la schiena, consentirai alla

forza interna di entrare in gioco dalla schiena, ed avrai la possibilita’ di risultare vittorioso

in combattimento.

 

3.  RILASSARE LA VITA: La vita e’ la parte predominante del busto. Rilassare la vita

permette ai piedi di avere forza in modo che la postura sia stabile.

Le variazioni e le trasformazioni da "apparente" a "solido" si attuano a partire

dalla vita. Cosi’ si dice “Il centro di comando dell'esistenza nasce dalla vita".

Coloro che non hanno potenza in combattimento, possono ricercarne la causa nella vita.

4.  DISTINGUI TRA “APPARENTE” E “SOLIDO”: Distinguere tra apparente e solido e’ il

principio fondamentale del Taiji quan. Se tutto il peso corporeo e’ sostenuto dalla gamba

destra, essa e’ “solida” mentre la gamba sinistra e’ “apparente”; se tutto il peso corporeo

e’ sostenuto dalla gamba sinistra, essa e’ “solida” mentre la gamba destra e’ “apparente”

Quando apparente e solido sono ben distinti, i movimenti sono agili, quasi spontanei;

viceversa, i movimenti delle gambe diventano pesanti, la postura instabile, ed e’ facile

che l’avversario ne approfitti.

 

5.  ABBASSA LE SPALLE, FAI SCENDERE I GOMITI: Abbassare le spalle, significa rilassarle

e farle automaticamente scendere. Nel caso contrario, il Qi risale e tutto il corpo manca

di forza. Far scendere i gomiti significa rilassarli entrambi e farli automaticamente

scendere. Sollevarli rende impossibile abbassare le spalle. Il flusso del Qi, non sara’

dunque di vasta portata; e’ una debolezza paragonabile a quella del Kungfu esterno

noto come: “ forza discontinua”.

 

6.  IMPIEGA LA VOLONTA’, NON LA FORZA: La filosofia del Taiji quan afferma:

“Tutto sta in questo: impiega la volonta’, non la forza”.

Durante la pratica del Taiji quan tutto il corpo sia rilassato; non vi sia il minimo ristagno

di tensione nei muscoli, nelle ossa e nella circolazione del sangue, che provocherebbe

un’autolimitazione.

Quando sarai completamente rilassato, diverrai spontaneamente agile e versatile nei

movimenti circolari. Alcuni si domanderanno come sia possibile sviluppare la forza senza 

l’impiego della forza fisica. Cio’ avviene perche’ il corpo possiede i meridiani, cosi’

come la terra e’ attraversata da canali sotterranei. Se i canali non sono ostruiti, 

l’acqua scorre naturalmente. Allo stesso modo se i meridiani non sono ostacolati,

il Qi scorre armoniosamente. Se tutto il corpo e’ compresso dalla forza, il qi e la

circolazione del sangue sono ostacolati ed i movimenti diventano goffi.

Il corpo si muove anche se tiri un capello.

(Cio’ significa che poiche’ tutte le parti del corpo sono collegate dai meridiani, ogni

parte influenza tutte le altre). Se invece di impiegare la forza, usi la volonta’, il Qi

si portera’ dove lo dirigerai. Ecco perche’ bisogna che ogni giorno il Qi ed il sangue

circolino senza ristagno per tutto il corpo, senza interruzione. Con un lungo allenamento

svilupperai la vera forza interiore. Cosi’ si dice nella filosofia del Taiji quan:

“Sii estremamente morbido e delicato, e sarai estremamente duro e vigoroso”.

Il braccio di un esperto di Taiji quan e’ come ferro ricoperto da bambagia,

estremamente potente e stabile. Chi si e’ addestrato all’arte marziale esterna e’

potente quando impiega la forza, leggero e galleggiante quando non la usa.

Cio’ dimostra che la sua forza e’ esterna e galleggia in superficie. L’impiego della

forza senza la volonta’ crea instabilita’, e l’arte non e’ completa.

 

7.  COORDINARE LA PARTE SUPERIORE CON LA PARTE INFERIORE: 

Cosa significhi coordinare la parte superiore con la parte inferiore e’ detto nella

filosofia del Taiji quan: “Ha le radici nei piedi, si attua nelle gambe, e’ controllato

dalla vita, si manifesta nelle mani e nelle dita”. Dai piedi alle gambe, fino alla vita,

l’azione si completa in un “EH” (un termine del kungfu che significa “continuamente

e spontaneamente senza alcuna interruzione per la durata di un lungo respiro).

I movimenti delle mani, i movimenti della vita, i movimenti delle gambe, il

movimento dell’occhio vigile, sono unificati in un unico movimento; di esso solo

si puo’ dire che la parte superiore e la parte inferiore siano coordinate; se manca

anche un solo movimento, se c’e’ anche una sola interruzione, il movimento

unificato risulta disordinato.

 

8.  UNITA’ DELL’INTENO CON L’ESTERNO: L’allenamento del Taiji quan avviene

nella mente; percio’ si dice: “ la mente e’ il maestro, il corpo e’ il veicolo”. Quando

la mente e’ allenata, tutti i movimenti e le azioni diventano automaticamente 

leggeri e agili. Le  forme del Taiji quan non sono altro che il muoversi dell’”apparente 

e del “solido”, sono apertura e chiusura. Per apertura non si intende solo l’estensione

delle mani e delle gambe, ma anche della mente e della volonta’; per chiusura si

intende non solo il riunire le mani e le gambe, ma anche il ritrarre la mente e la

volonta’ (intendendo il raccoglimento). Se l’interno e l’esterno si uniscono in un Qi

( o corpo di energia) non c’e’separatezza nel cosmo.

 

9.  CONTINUITA’ SENZA INTERRUZIONI. Nelle arti marziali esterne, la potenza deriva

da una tensione postnatale (o artificiale, contrapposta a quella naturale); c’e’ quindi

un inizio e un completamento, continuita’ e interruzione. Il momento in cui la vecchia

forza si e’ esaurita e la nuova forza non e’ ancora comparsa e’ quello che l’avversario

sfruttera’ piu’ facilmente.

Nel Taiji quan si impiega la volonta’, non la forza; ininterrottamente dall’inizio alla

fine, ricominciando daccapo al termine di ogni ciclo, circolando incessantemente.

Il trattato originale sostiene che essa somiglia alle onde incessanti del Fiume Lungo.

(Yangtze Kiang, il fiume piu’ lungo della Cina)

L’applicazione della forza nel Taiji quan e’ descritta anche come la tessitura della seta

(lunga e ininterrotta), che esprime accumulazione e continuita’ nel tempo di un Qi

(cio’ significa che la forza interna viene continuamente incanalata, regolata al

ritmo del respiro).

 

10.  RICERCARE IL RIPOSO NEL MOVIMENTO. Le arti marziali esterne raccomandano

di correre e saltare il piu’ rapidamente possibile; si impiega percio’ molta forza, e

dopo l’addestramento i praticanti sono senza fiato.Nel Taiji quan e’ la calma a

dirigere i movimenti. Il praticante di Taiji quan si muove come fosse in stato di quiete.

Percio’, quando si effettua il Taiji quan, il movimento deve essere il piu’ lento possibile;

il respiro diviene allora lungo e profondo, il chi scende dal dantian (campo di energia

addominale), e automaticamente non c’e alcun arresto dovuto ad un ristagno del

sangue o ad un aumento del flusso del Qi. Gli studenti dovrebbero stare molto attenti

a tali consigli e sperimentarne gli effetti; allora apprezzeranno lo scopo del Taiji quan.

Sono considerazioni preziose non solo per gli studenti, ma anche per i praticanti

esperti.

Appare ovvio dai consigli dei  grandi maestri citati che lo scopo primario

del Taiji quan e’ efficienza in combattimento(benche’ Whu Yu Xiang, concluda la

serie di consigli dicendo che il Taiji quan si pratica allo scopo di “OTTENERE SALUTE,

VITALITA’ E LONGEVITA’”

Tutti gli elementi sottolineati nei loro consigli si propongono di migliorare l’abilita’

in combattimento del praticante di Taiji quan: per esempio la differenza tra

apparente e solido, l’accumulo del Qi nell’addome, la salita dello Shen, o spirito,

al capo, intendono offrire al praticante padronanza di se’, forza interna e lucidita’

mentale affinche’ possa combattere al meglio. Le qualita’ che derivano dalla pratica

del Taiji quan come arte marziale sono utili anche nella vita quotidiana. Se pero’

gli studenti o gli istruttori adottano, nella pratica o nell’insegnamento del Taiji quan,

il modo di pensare secondo il Taiji quan si effettua solo per la salute e mai per il

combattimento, trascureranno probabilmente quei metodi di allenamento volti

allo sviluppo di tali qualita’, con la convinzione che non siano pertinenti al loro scopo;

ecco perche’ non acquisiranno le qualita’ che stimolano la salute, la vitalita’ e

la longevita’. 

Molti studenti eccedono nel secondo dei fattori descritti da Yang Deng Fu, “abbassa

il petto, solleva la schiena”, col risultato di chiudere il petto  al punto di incidere sul

respiro, e incurvare la schiena.

“Abbassare il petto e sollevare la schiena” dovrebbe far scendere il Qi nel campo

energetico dell’addome e non stringere in una morsa il cuore o soffocare i polmoni!

Commentando tale considerazione, il Maestro contemporaneo Chen Man Ching ha

 detto:  “Abbassare il petto significa non espanderlo e non incavarlo. Dovrebbe essere

rilassato. E’ questo soltanto il metodo corretto”.